L’odontoiatria generale consente al dentista di delineare un quadro d’insieme della salute dentale del paziente ed è una specialità della professione odontoiatrica.
Sono più comunemente conosciuti i sintomi:
L’odontoiatria generale se ne occupa, nel caso di carie quotidianamente, per quanto riguarda gengiviti ed afte solo nei casi più gravi.
Conoscere le abitudini del paziente permette di individuare la causa di disturbi come la carie o la gengivite, spesso determinati da cattiva alimentazione o inadeguate abitudini igieniche, anche fattori ereditari possono essere determinanti.
Anche nei paesi sviluppati, l’80% della popolazione è colpita da carie, ecco perché esistono tanti centri odontoiatrici, la differenza sta in come viene effettuata l’igiene dal dentista e ogni quanto il cliente la esegue.
L’igiene orale, chiamata comunemente “Pulizia dei denti” rientra nell’odontoiatria generale ed è un atto professionale finalizzato al mantenimento del cavo orale nelle condizioni migliori: denti, gengive, osso e legamenti.
L’igiene orale è un ottimo strumento per la prevenzione della carie e la formazione di placca e tartaro.
La pulizia dei denti oltre che un controllo generale, dovrebbe essere previsto ogni 6 mesi anche in persone dalla bocca apparentemente sana.
Il fluoro è un elemento presente nei denti e nelle ossa del corpo umano, ma lo si può trovare anche in natura.
E’ molto importante, soprattutto per la crescita dei bambini durante l’infanzia, perchè rinforza le osse (grazie all’accumulo di calcio) e riduce la proliferazione di carie ai denti.
Nell’igiene orale, lo possiamo trovare sottoforma di colluttorio, dentifricio e gocce.
Tuttavia, se assunto in maniera inadeguata, può portare ad una formazione irregolare dello smalto dei denti, a carie dentali, gengiviti e a fragilità delle ossa.
E’ consigliata un’assunzione giornaliera per gli adulti di circa 3,5 mg per i maschi e 3,0 mg per le femmine. I bambini necessitano di una dose sicuramente minore e rapportata all’età.
Il fluoro si trova anche in bevande ed alimenti quali l’acqua, il tè, il vino, la birra, il caffè, le patate, il pane, i gamberetti, le carote, gli asparagi, il tonno, il manzo, il riso e gli spinaci.
Si sente spesso parlare di gengivite, che è meglio conosciuta come l’infiammazione delle gengive.
Le motivazioni possono essere svariate e spesso la causa è nell’utilizzo scorretto dello spazzolino da denti e del filo interdentale, ma può anche essere legato all’utilizzo di farmaci specifici o a disturbi medici.
In presenza di gengivite, le gengive si presentano arrossate, gonfie e sanguinolente.
Nella forma lieve, la gengivite non procura dolore per cui è difficile accorgersene se non quando, lavando i denti, ci si accorge di avere delle perdite di sangue dalle gengive.
In questa forma, è sufficiente provvedere ad una pulizia professionale più frequente, ad una correzione della propria alimentazione ed all’utilizzo di colluttori per eliminarla.
Se non viene trattata nella maniera più corretta e tempestivamente, può peggiorare fino a trasformarsi in paradontite, malattia più grave, che può portare fino alla perdita del dente.
E’ possibile distinguere due tipologie di categorie di gengiviti:
Di seguito alcuni esempi:
Le cause che portano a gengiviti non dovute a placche si possono identificare principalmente nelle infezioni virali, nelle allergie o nelle lesioni.
La placca batterica viene anche chiamata patina dentaria o biopellicola orale. Si tratta di una patina che si deposita sulla superficie dei denti. Questa patina è formata essenzialmente da batteri, virus e funghi che si moltiplicano e si incollano a strati sui denti, sulle gengive e sulle mucose. Quando diventano aggressivi, iniziano a produrre lesioni dello smalto, della gengiva, dell’osso.
La placca batterica si trova principalmente negli spazi tra due denti, nelle irregolarità dello smalto oppure in prossimità della gengiva.
Ci sono centinaia di tipologie di microorganismi. I più comuni sono streptococchi, actinobatteri e fusobatteri.
Nei casi estremi, la placca batterica, inspessendosi può intaccare lo smalto ed arrivare alla polpa, trasformandosi in carie.
La placca batterica si rimuove con una corretta e puntuale igiene orale, effettuata con spazzolino da denti e filo interdentale. Lo spazzolino da denti, unito ad un dentifricio al fluoro, deve essere usato dopo ogni pasto e soprattutto dopo il pasto serale per non dar modo ai batteri, durante le ore di riposo, di lavorare.
Il dentista può eliminare totalmente il fenomeno con un intervento di detartrasi.
Almeno, una volta nella vita, molti di noi hanno avuto a che fare con la carie dentale. Si tratta di un fenomeno piuttosto comune, che potenzialmente può colpire tutte ma che non deve destare preoccupazioni. Infatti, la carie, se presa e curata in tempo, non provoca complicazioni o problemi alla bocca ed ai denti.
La carie, quindi si può prevenire e curare. Vediamo in che modo.
Innanzitutto occorre specificare che si tratta di una patologia infettiva che ha un decorso piuttosto lento. Inizia con l’attaccare i tessuti duri del dente e se non viene curata tempestivamente può arrivarea ad attaccare la polpa dentale.
La carie si forma grazie alla presenta di placca batterica all’interno del cavo orale e deriva essenzialmente da una scarsa o poco accurata igiene orale. La placca batterica attacca lo smalto dei denti e provoca lesioni vere e proprie che se degenerano possono portare alla perdita del dente.
Tra le principali cause ci sono un’alimentazione a base di zuccheri, il fumo ed una cattiva igiene orale.
Esiste tuttavia una predisposizione ereditaria naturale alla formazione di carie che prescinde dalla cura e dall’accurata igiene orale. La causa può essere ricercata nella particolare caratteristica dei denti (la presenza di un solco tra due denti che permette l’accumulo di residuo di cibo) o nella scarsa salivazione.
I soggetti più delicati e quindi più a rischio di carie sono, da studi scientifici, i bambini, le donne in gravidanza e certe persone affette da alcune patologie.
La carie inizialmente non procura dolore, nonostante abbia intaccato smalto e dentina. Il dolore compare quando arriva alla polpa dentale e si manifestano anche sensibilità al caldo ed al freddo. In questo caso occorre necessariamente ricorrere alle cure del dentista, anche se può essre tardi. La carie, infatti, può essere diffussa in tutto il dente e l’unica terapia attuabile sono la devitalizzazione del dente, per poi proseguire con pulizia, otturazione e ricostruzione, se necessario.
E’ tuttavia possibile capire attraverso dei sintomi se i denti vengono attaccati dalle carie. Occorre far attenzione all’aspetto dei denti e verificare se c’è presenza di tartaro o decalcificazione dello smalto. Il tartaro è visibile anche ad occhio nudo e si presenta con una macchia presente sulla superficie del dente. La decalcificazione dello smalto rende i denti ruvidi e opachi. I denti cambiano colore e diventano più scuri.
La prevenzione più utile è una corretta igiene orale da effettuare ogni giorno, dopo ogni pasto utilizzando uno spazzolino con setole di media durezza ed un dentifricio al fluoro. Il filo interdentale può essere utile per eliminare i residui di cibo nello spazio interdentale. Anche il cibo può aiutare a non far sopraggiungere le carie: esistono infatti alcuni alimenti che svolgono un’azione antibatterica. Citiamo, ad esempio, il vino rosso, il tè verde, la liquirizia, l’orzo, il mirtillo e la cannella.
E’ provato che chi ha denti storti o arcate sovraffollate di denti può avere un frequenza maggiore di carie e sono più frequenti i problemi di igiene orale, i dolori muscolari. SI possono avere problemi di deglutizione e una deficienza masticatoria.